
Sindrome dell’impostore e sgambetti mentali
Umiltà, sindrome dell’impostore e sgambetti mentali
A uno studente (che non è alle prese con la sua prima laurea, ma una successiva) viene chiesto, di partecipare a un progetto di ricerca.
Lui rifiuta e passa avanti.
La motivazione.
“C’è qualcuno che ha una laurea pertinente al progetto e lo merita più di me.”
… Eppure ha le “carte in tavola per poter giocare”. È già laureato.
… Ma la sua umiltà lo porta a pensare che non sia lui la persona giusta.
Prima di accettare, è necessario valutare e osservare.
Questo scenario porta con sé una serie di paradigmi sociali interessanti.
“Se non ho una laurea pertinente allora non sono io la persona giusta”.
Questo è uno di quei paradigmi sociali che ha mandato in confusione un sacco di persone. Le direttive scolastiche e accademiche ci hanno indicato dei binari oltre i quali non ci sono alternative.
Delle scelte “lineari” appartengono a uno stile di vita che oggi non è più applicabile, perché il contesto non è più lineare.
L’umiltà di questa persona lo ha “inserito” in un paradigma, che con tutte le forze orientative stiamo cercando di superare, come società.
Credere che qualcuno sia “più consono” è un altro approccio ben radicato in tutto lo stile della sindrome dell’impostore. Eppure, qualcuno, ha valutato la pertinenza delle sue capacità.
Questo è uno sgambetto mentale (non mi riferisco al caso specifico, per cui questa persona potrebbe aver preso questa scelta per motivazioni implicite, non esternalizzate, mi soffermo solo sui paradigmi sociali, generali).
“Non pensare a chi secondo te merita di più. Sappi che qualcuno pensa che sei tu la persona che merita di più.”
“Non sono le lauree a fare le persone meritevoli, ma le persone stesse.”
Celeste Priore