
Shetech: il divario di genere
Il cammino verso la parità di genere: un obiettivo ancora distante
Il percorso per raggiungere la parità di genere rimane complesso e lontano dal suo completamento. Il Gender Gap Report 2024 evidenzia che il punteggio globale relativo al divario di genere è del 68,5% tra i 146 paesi analizzati. Rispetto al 2023, il miglioramento è stato minimo, con una riduzione dello 0,1%. Questo progresso marginale, pur positivo, suggerisce che serviranno ancora 134 anni per colmare completamente il divario di genere, ben oltre il traguardo del 2030 fissato dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
Un progresso lento ma costante
Anche nel 2024, l’Islanda si conferma al vertice dell’indice, con un punteggio del 93,5%, mantenendo questa posizione per oltre 15 anni. La top 10 è dominata da economie europee come Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Irlanda e Spagna, accompagnate da Nuova Zelanda, Nicaragua e Namibia, paesi che si distinguono per i significativi progressi. Tuttavia, nessun paese ha ancora raggiunto la piena parità di genere.
Settori analizzati: progressi e sfide
Il divario di genere nel settore della salute è quasi colmato, raggiungendo il 96%, mentre quello nell’istruzione si attesta al 94,9%. Al contrario, il gap nella partecipazione economica e nelle opportunità resta ampio, fermo al 60,5%, e l’empowerment politico è ancora più distante, al 22,5%.
L’Europa al vertice del ranking regionale
Nel 2024, l’Europa guida il ranking regionale, avendo ridotto il 75% del suo divario di genere. Dal 2006, le principali economie europee – Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia e Germania – hanno continuato a progredire, dimostrando un impegno costante verso l’uguaglianza di genere.
Colmare il divario di genere: un obiettivo complesso ma imprescindibile
Un progresso lento verso la parità di genere
Secondo il Gender Gap Report 2024, il punteggio globale del divario di genere è del 68,5% nei 146 paesi analizzati. Rispetto al 2023, il miglioramento è stato solo dello 0,1%. Questo ritmo indica che saranno necessari altri 134 anni per raggiungere la piena parità, ben oltre il target del 2030 stabilito dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
L’Islanda mantiene il primato mondiale con un punteggio del 93,5%, seguita da Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Irlanda e Spagna, che consolidano il predominio europeo nella top 10. Anche Nuova Zelanda, Nicaragua e Namibia si distinguono per i loro risultati. Tuttavia, nessun paese ha ancora colmato completamente il divario di genere.
Settorialmente, i progressi sono variabili:
- Salute: quasi chiuso (96%).
- Educazione: 94,9%.
- Partecipazione economica e opportunità: fermo al 60,5%.
- Empowerment politico: arretrato al 22,5%.
L’Europa guida il ranking regionale, avendo chiuso il 75% del divario di genere. Dal 2006, i paesi nordici e la Germania hanno dimostrato un impegno costante nell’eguaglianza.
E l’Italia? Un calo preoccupante
L’Italia retrocede dalla 79ª alla 87ª posizione. Nonostante alti punteggi nei settori di educazione e salute, restano criticità nella partecipazione economica e nella rappresentanza politica:
- Economia: peggioramento dal 104° al 111° posto, dovuto a una bassa rappresentanza femminile in ruoli di leadership e alla persistente disuguaglianza salariale (95ª posizione). Sebbene le donne abbiano successo nell’istruzione, l’accesso a opportunità economiche rimane limitato.
- Politica: piccoli miglioramenti nella presenza istituzionale, ma la partecipazione ai livelli decisionali e nei ministeri resta inadeguata.
Sfide tra economia, leadership e competenze del futuro
Le crisi economiche prolungate continuano a minacciare le prospettive per le donne. Nonostante progressi nelle politiche di uguaglianza, permangono significative differenze regionali.
Aspetti positivi:
- Crescente riconoscimento del caregiving come pilastro economico.
- Paesi con strategie a lungo termine in diversità e inclusione (DEI) mostrano maggiore produttività e innovazione.
Secondo LinkedIn, le donne rappresentano il 42% della forza lavoro globale, ma solo il 31,7% dei ruoli di leadership. La transizione verso posizioni di vertice resta difficoltosa, con un divario di 21,5 punti percentuali tra ingressi e ruoli apicali.
Nel 2024, la rappresentanza parlamentare femminile ha raggiunto il 33%, quasi raddoppiando dal 2006. Tuttavia, l’assunzione di donne in posizioni di leadership è calata, passando dal 37,5% nel 2023 al 36,4% nel 2024.
La parità di genere non è solo un diritto fondamentale, ma un elemento cruciale per il progresso economico e sociale globale.
Un percorso lungo e complesso
Secondo il Gender Gap Report 2024, la parità di genere globale è ancora lontana dall’essere raggiunta. Con un punteggio medio del 68,5% tra i 146 paesi analizzati, il divario si è ridotto di appena lo 0,1% rispetto al 2023. Al ritmo attuale, serviranno 134 anni per colmare completamente questo gap, un obiettivo ben oltre il 2030 fissato dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
L’Islanda, con un punteggio del 93,5%, guida l’indice per il 15° anno consecutivo. Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Irlanda e Spagna si posizionano tra le prime 10, affiancate da Nuova Zelanda, Nicaragua e Namibia. Tuttavia, nessun paese ha ancora raggiunto la piena parità.
Nei singoli settori:
- Salute: quasi colmato (96%).
- Educazione: 94,9%.
- Partecipazione economica: 60,5%.
- Empowerment politico: solo 22,5%.
L’Europa guida il ranking regionale, con il 75% del divario di genere
I dati dell’indice di quest’anno evidenziano che i progressi verso l’uguaglianza di genere procedono ancora troppo lentamente. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un cambiamento culturale e strategico da parte di governi e imprese, riconoscendo la parità di genere come un elemento essenziale per una crescita sostenibile ed equa. Solo attraverso sforzi congiunti e interventi mirati sarà possibile trasformare la parità di genere in una realtà concreta.
Per maggiori dettagli, consulta il Global Gender Gap Report 2024.